sabato 3 maggio 2014

Artiste del mondo che fluttua


La storia

Le nascita delle geishe si fa risalire intorno al 1600, in principio erano uomini che venivano chiamati durante le cerimonie per intrattenere con danze e balli gli ospiti, le prime donne geisha si videro solo nel secolo successivo e preso così tanto piede da essere super richieste e soppiantare i colleghi uomini.
Dipinto ukiyo-e 
Durante il periodo Edo venne legalizzata la prostituzione e spesso la figura di geisha veniva accostata a quella di una prostituta, così per tutelare le geishe vennero emanate leggi precise, nelle principali città, specialmente a Kyoto, sorsero gli Hanamachi, città dei fiori, veri e propri quartieri dove potevano sorgere case da tè e gli okyia, le case delle geishe, dove le geishe potevano svolgere la professione e che erano ben distinti dai comuni bordelli.

Nel 1869 il Giappone si aprì alle importazioni occidentali, molte stampe dell'ukiyo-e vennero portate in europa e l'oriente iniziò a influenzare l'arte e la cultura occidentali dalla musica, Madama Butterfly, alla pittura impressionista, vedi “La cortigiana” di Van Gogh.
Ma purtroppo questa apertura contribuì a portare un'ideologia sbagliata della figura della geisha in occidente, al loro arrivo gli americani infatti si aspettavano prostitute raffinate ma pronte a compiacerli sotto ogni aspetto, un'idea molto distorta delle geishe, che invece rappresentavano le uniche vere donne emancipate nella società giapponese.


L'educazione di una geisha

L'educazione delle geisha iniziava fin da tenera età sotto l'occhio vigile della oka-san, la proprietaria della casa.
Una shikomi
Le nuove arrivate venivano chiamate “shikomi” e venivano messe a lavorare come domestiche, era un lavoro duro che serviva a forgiarne il carattere, le shikomi dovevano aspettare, spesso fino a tarda notte, che tutte le geishe fossero tornate e iniziare anche a frequentare la scuola per geisha dove apprendeva a suonare lo shamisen e a cantare, a eseguire la danza tradizionale, l'arte di creare composizioni floreali e la calligrafia, apprendevano nozioni di letteratura e poesia.

Quando una ragazza era ritenuta pronta veniva sottoposta a un esame di danza e poteva passare al “minarai”, secondo grado dell'apprendistato, veniva sollevata dagli incarichi domestici e affiancata dalle ragazze più grandi imparava attraverso l'esperienza diretta a scegliere e indossare i kimono e l'intrattenimento dei clienti assistendo alle feste alle quali le loro onee-san venivano invitate.

Dopo questa breve fase di apprendistato diventavano finalmente “maiko” e potevano partecipare attivamente alle feste seguendo l'onee-san, con cui si stringeva un legame molto stretto, imparando l'arte della conversazione, a questo punto la maiko sceglieva un nome d'arte e, dopo circa cinque anni, diventava una vera e propria geisha in grado di ripagare il debito contratto con l'okya, che si assumeva la responsabilità del suo mantenimento e dell'istruzione.


La Maiko

Una maiko è un' apprendista geisha, la sua età va da i 15 ai 20 anni, la sua acconciatura viene chiamata “nihongami” dove si mettono kanzashi e fiori, varia a seconda degli anni di esperienza della maiko.

Una maiko con il tipico trucco e  i kanzashi nell'acconciatura 

Il trucco di una maiko è piuttosto pesante e copre viso, collo, petto e nuca, eccetto due strisce su quest'ultima, area ritenuta molto sensuale nella cultura giapponese, sopracciglia e labbro inferiore vengono dipinte di rosso, anche il trucco cambia con l'avanzare dell'esperienza.
Anche i kimono sono molto più appariscenti di quelli di una geisha, con motivi floreali variopinti e un obi lungo 5 metri. Le calzature tipiche delle maiko sono gli “okobo”, una variente molto alta delle calzature da geisha.


La Geisha


Kimono

Il kimono è importantissimo nella cultura della geisha, lo indossano tutti i giorni ed è parte integrante del loro lavoro.

L' hashori
Molto importante è la scelta del motivo, ricercato e particolare rispetto a quello delle donne comuni, ma la vera differenza è nel modo di indossarli, la geisha tirerà indietro il colletto per scoprire la nuca, l'obi verrà indossato più basso in vita e con il fiocco leggermente inclinato e il colletto bianco del suo nagajuban sporgerà da sotto il kimono un po' di più e in modo asimmetrico, piccoli dettagli facilmente riconoscibili da chi conosce il codice dei kimono.

Nelle occasioni importanti si indossa il susohiki, che è il kimono più elegante che una geisha possiede, viene indossato per cantare o danzare, è più lungo degli altri e con l'orlo imbottito, in modo da ricadere a 
terra elegantemente, all'esterno la geisha cammina ripiegando lo strascico e sollevando l'orlo con la mano sinistra, gesto chiamato hashori, svelando così la fodera del kimono stesso. Il susohiki nero costituisce il “de” ovvero la tenuta più elegante di una geisha, costituita da due o tre kimono sovrapposti. Le calzature tipiche vengono chiamate “geta”.


Acconciatura

Takamakura
L'acconciatura di una geisha è molto elaborata e varia a seconda delle occasioni, per questo motivo le geishe dormono sui sostegni chiamati “takamakura” ,che tengono la testa sollevata dal futon, e visitano il parrucchiere professionista una volta a settimana.
I capelli vengono acconciati in “mage” in cui vengono inseriti fiori, nastri e i kanzashi.


Trucco

Anche il trucco è un' operazione lunga e complessa, una geisha si alza molto presto per truccarsi ogni mattina, il corpo viene cosparso di cera o olio per far aderire meglio il fondotinta bianco che viene applicato con una spugna su viso, collo e nuca eccetto per le tre strisce famose.
Poi si truccano sopracciglia e occhi, entrambi tinti di nero, e infine si passa la tinta rossa sulle labbra in modo da ridisegnarle e renderle più piccole.



Il “Danna”

Una volta diventata tale la geisha doveva cercare di assicurarsi i clienti per ripagare il debito e trovare un “Danna” ovvero un cliente principale, spesso già sposato, che dunque non viveva sotto il suo stesso tetto e si presentava annunciando la visita, quando accadeva la geisha doveva essere totalmente disponibile, anche se in sua assenza poteva avere altri clienti.

Dal film "Memorie di una Geisha"
Il danna si occupa di tutti i bisogni della geisha, paga le sue spese, finanziare i suoi spettacoli,le compra i kimono, la riempie di regali e a volte le compra anche casa o una o-chya, casa da tè, per questo motivo la geisha doveva puntare ad averne uno facoltoso.
Il rapporto tra danna e geisha era fissato con un vero e proprio contratto che stabiliva tra le altre cose che il danna saldasse il debito che la geisha aveva contratto con la padrona dell'okiya, un danna poteva anche essere rifiutato solo se la geisha era molto richiesta, altrimenti quest'ultima non avrebbe mai avuto la possibilità di pagare il suo debito.


La geisha ai giorni nostri

Nonostante la notevole diminuzione del numero di geisha avvenuta dopo la seconda guerra mondiale e di conseguenza l'arrivo degli americani, la formazione di una geisha è tutt'ora molto rigida e viene sancita dal kenban, un albo che obbliga le geisha al rispetto di regole morali ed estetiche molto severe.
Il loro salario è fissato da organi statali a cui la geisha deve far sapere le ore di lavoro e il numero di clienti, così che questi possano chiedere il conto al cliente e far ricevere alla geisha uno stipendio adeguato.
La comunità più importante è quella del quartiere di Gion a Kyoto, dove esistono ancora cinque hanamachi, solo le geishe di Kyoto continuano a vivere nelle okiya, mentre nelle altre città le geisha preferiscono avere appartamenti personali e spesso diventano maiko in età avanzata dopo aver completato gli studi.



Vi lascio con un video di maiko e geiko che danzano a Kyoto!!!


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