La storia
Le nascita delle geishe si fa risalire
intorno al 1600, in principio erano uomini che venivano chiamati
durante le cerimonie per intrattenere con danze e balli gli ospiti,
le prime donne geisha si videro solo nel secolo successivo e preso
così tanto piede da essere super richieste e soppiantare i colleghi
uomini.
Dipinto ukiyo-e |
Durante il periodo Edo venne
legalizzata la prostituzione e spesso la figura di geisha veniva
accostata a quella di una prostituta, così per tutelare le geishe
vennero emanate leggi precise, nelle principali città, specialmente
a Kyoto, sorsero gli Hanamachi, città dei fiori, veri e propri
quartieri dove potevano sorgere case da tè e gli okyia, le case
delle geishe, dove le geishe potevano svolgere la professione e che
erano ben distinti dai comuni bordelli.
Nel 1869 il Giappone si aprì alle
importazioni occidentali, molte stampe dell'ukiyo-e vennero portate
in europa e l'oriente iniziò a influenzare l'arte e la cultura
occidentali dalla musica, Madama Butterfly, alla pittura
impressionista, vedi “La cortigiana” di Van Gogh.
Ma purtroppo questa apertura contribuì
a portare un'ideologia sbagliata della figura della geisha in
occidente, al loro arrivo gli americani infatti si aspettavano
prostitute raffinate ma pronte a compiacerli sotto ogni aspetto,
un'idea molto distorta delle geishe, che invece rappresentavano le
uniche vere donne emancipate nella società giapponese.
L'educazione di una geisha
L'educazione delle geisha iniziava fin
da tenera età sotto l'occhio vigile della oka-san, la proprietaria
della casa.
Una shikomi |
Le nuove arrivate venivano chiamate
“shikomi” e venivano messe a lavorare come domestiche, era un
lavoro duro che serviva a forgiarne il carattere, le shikomi dovevano
aspettare, spesso fino a tarda notte, che tutte le geishe fossero
tornate e iniziare anche a frequentare la scuola per geisha dove
apprendeva a suonare lo shamisen e a cantare, a eseguire la danza
tradizionale, l'arte di creare composizioni floreali e la
calligrafia, apprendevano nozioni di letteratura e poesia.
Quando una ragazza era
ritenuta pronta veniva sottoposta a un esame di danza e poteva
passare al “minarai”, secondo grado dell'apprendistato, veniva
sollevata dagli incarichi domestici e affiancata dalle ragazze più
grandi imparava attraverso l'esperienza diretta a scegliere e
indossare i kimono e l'intrattenimento dei clienti assistendo alle
feste alle quali le loro onee-san venivano invitate.
Dopo questa breve fase di
apprendistato diventavano finalmente “maiko” e potevano
partecipare attivamente alle feste seguendo l'onee-san, con cui si
stringeva un legame molto stretto, imparando l'arte della
conversazione, a questo punto la maiko sceglieva un nome d'arte e,
dopo circa cinque anni, diventava una vera e propria geisha in grado
di ripagare il debito contratto con l'okya, che si assumeva la
responsabilità del suo mantenimento e dell'istruzione.
La Maiko
Una maiko è un'
apprendista geisha, la sua età va da i 15 ai 20 anni, la sua
acconciatura viene chiamata “nihongami” dove si mettono kanzashi e
fiori, varia a seconda degli anni di esperienza della maiko.
Una maiko con il tipico trucco e i kanzashi nell'acconciatura |
Il trucco di una maiko è
piuttosto pesante e copre viso, collo, petto e nuca, eccetto due
strisce su quest'ultima, area ritenuta molto sensuale nella cultura
giapponese, sopracciglia e labbro inferiore vengono dipinte di rosso,
anche il trucco cambia con l'avanzare dell'esperienza.
Anche i kimono sono molto
più appariscenti di quelli di una geisha, con motivi floreali
variopinti e un obi lungo 5 metri. Le calzature tipiche delle maiko
sono gli “okobo”, una variente molto alta delle calzature da
geisha.
La Geisha
Kimono
Il kimono è
importantissimo nella cultura della geisha, lo indossano tutti i
giorni ed è parte integrante del loro lavoro.
L' hashori |
Molto importante è la
scelta del motivo, ricercato e particolare rispetto a quello delle
donne comuni, ma la vera differenza è nel modo di indossarli, la
geisha tirerà indietro il colletto per scoprire la nuca, l'obi
verrà indossato più basso in vita e con il fiocco leggermente
inclinato e il colletto bianco del suo nagajuban sporgerà da sotto
il kimono un po' di più e in modo asimmetrico, piccoli dettagli
facilmente riconoscibili da chi conosce il codice dei kimono.
Nelle occasioni importanti
si indossa il susohiki, che è il kimono più elegante che una geisha
possiede, viene indossato per cantare o danzare, è più lungo degli
altri e con l'orlo imbottito, in modo da ricadere a
terra
elegantemente, all'esterno la geisha cammina ripiegando lo strascico
e sollevando l'orlo con la mano sinistra, gesto chiamato hashori,
svelando così la fodera del kimono stesso. Il susohiki nero
costituisce il “de” ovvero la tenuta più elegante di una geisha,
costituita da due o tre kimono sovrapposti. Le calzature tipiche
vengono chiamate “geta”.
Acconciatura
Takamakura |
L'acconciatura di una
geisha è molto elaborata e varia a seconda delle occasioni, per
questo motivo le geishe dormono sui sostegni chiamati “takamakura”
,che tengono la testa sollevata dal futon, e visitano il parrucchiere
professionista una volta a settimana.
I capelli vengono
acconciati in “mage” in cui vengono inseriti fiori, nastri e i
kanzashi.
Trucco
Anche il trucco è un'
operazione lunga e complessa, una geisha si alza molto presto per
truccarsi ogni mattina, il corpo viene cosparso di cera o olio per far aderire
meglio il fondotinta bianco che viene applicato con una spugna su
viso, collo e nuca eccetto per le tre strisce famose.
Poi si truccano
sopracciglia e occhi, entrambi tinti di nero, e infine si passa la
tinta rossa sulle labbra in modo da ridisegnarle e renderle più
piccole.
Il “Danna”
Una volta diventata tale
la geisha doveva cercare di assicurarsi i clienti per ripagare il
debito e trovare un “Danna” ovvero un cliente principale, spesso
già sposato, che dunque non viveva sotto il suo stesso tetto e si
presentava annunciando la visita, quando accadeva la geisha doveva
essere totalmente disponibile, anche se in sua assenza poteva avere
altri clienti.
Dal film "Memorie di una Geisha" |
Il danna si occupa di
tutti i bisogni della geisha, paga le sue spese, finanziare i suoi
spettacoli,le compra i kimono, la riempie di regali e a volte le
compra anche casa o una o-chya, casa da tè, per questo motivo la
geisha doveva puntare ad averne uno facoltoso.
Il rapporto tra danna e
geisha era fissato con un vero e proprio contratto che stabiliva tra
le altre cose che il danna saldasse il debito che la geisha aveva
contratto con la padrona dell'okiya, un danna poteva anche essere
rifiutato solo se la geisha era molto richiesta, altrimenti
quest'ultima non avrebbe mai avuto la possibilità di pagare il suo
debito.
La geisha ai giorni nostri
Nonostante la notevole
diminuzione del numero di geisha avvenuta dopo la seconda guerra
mondiale e di conseguenza l'arrivo degli americani, la formazione di
una geisha è tutt'ora molto rigida e viene sancita dal kenban, un
albo che obbliga le geisha al rispetto di regole morali ed estetiche
molto severe.
Il loro salario è fissato
da organi statali a cui la geisha deve far sapere le ore di lavoro e
il numero di clienti, così che questi possano chiedere il conto al
cliente e far ricevere alla geisha uno stipendio adeguato.
La comunità più
importante è quella del quartiere di Gion a Kyoto, dove esistono
ancora cinque hanamachi, solo le geishe di Kyoto continuano a vivere
nelle okiya, mentre nelle altre città le geisha preferiscono avere
appartamenti personali e spesso diventano maiko in età avanzata dopo
aver completato gli studi.
Vi lascio con un video di maiko e geiko che danzano a Kyoto!!!